In principio erano Filosofia e Arti

Lo studio delle Humanities ha origine, a Cagliari, nella seconda metà del XVI secolo. La prima richiesta di apertura di uno Studio Generale fu presentata al re di Spagna Carlo I dai consiglieri civici nel 1543 e poi di nuovo nel 1553, ma rimase a lungo inevasa. Nel 1563, con il Collegio gesuitico, furono introdotti anche in città gli studi di Grammatica, Umanità e Retorica, ma la strada da percorrere per lo stabilimento degli studi universitari era ancora lunga. Solo nel 1607, con il consenso di papa Paolo V, iniziò a concretizzarsi l’istituzione dello Studio Generale nel quale insegnare, tra le altre, le Lettere latine, greche ed ebraiche, le Arti liberali, la Filosofia naturale e morale.

 

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Bolla Pontificia Paolo V

Bolla del pontefice Paolo V con la quale viene espresso il consenso per l’istituzione dell’Università di Cagliari.

Il processo di fondazione proseguì a rilento, e solo il 31 ottobre 1620 il re Filippo III firmò il privilegio di istituzione dello Studio Generale cagliaritano, prevedendo la fondazione di quattro Facoltà, da strutturarsi secondo i modelli in uso nelle Università della Corona d’Aragona: Medicina, Leggi, Teologia, Filosofia e Arti. È nella Facoltà di Filosofia e Arti che risiede il germoglio delle nostre Humanities.

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Archivio Storico Comunale di Cagliari, Sezione Antica, vol. 20, c. 1r

Privilegio del re di Spagna Filippo III che approva l’istituzione dell’Università di Cagliari, in seguito alla richiesta presentata e accolta nel Parlamento celebrato dal viceré Conte di Elda nel 1603. Archivio Storico Comunale di Cagliari, Sezione Antica, vol. 20, c. 1r

La Facoltà e il relativo Collegio dei dottori furono organizzati sulla base delle Constituciones sottoscritte dai consiglieri civici il 1° febbraio 1626. Lo Studio Generale era di tipo municipale, cioè amministrato dalla Città di Cagliari.

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Copia autentica delle Constituciones hechas por los Magnificos Conselleres de la Ciudad de Caller sobra la creasion y fundasion de la Universidad y estudio general en la mesma Ciudad.

Copia autentica delle Constituciones hechas por los Magnificos Conselleres de la Ciudad de Caller sobra la creasion y fundasion de la Universidad y estudio general en la mesma Ciudad. Constitutiones (Opera Completa).pdf

Le cattedre di Filosofia furono suddivise tra i padri Gesuiti e i Francescani. Gli incarichi di insegnamento erano vitalizi. Inoltre, fu stabilito che il Collegio delle Arti sarebbe stato costituito da 12 componenti tra i cattedratici e i dottori. 

I gradi conferiti dallo Studio Generale erano il Baccellierato, la Licenza e la Laurea. L’Archivio storico dell’Università conserva alcuni registri dei gradi. Del più antico si conserva solo la coperta, mentre dai registri settecenteschi possiamo ricavare i dati sui baccellieri, i licenziati e i laureati. La dispersione dei registri non consente di ricostruire il dato completo sui graduati. 

Le riunioni dei Collegi dei dottori venivano verbalizzate dal segretario dello Studio Generale. Ne troviamo testimonianza nell’unico registro delle riunioni a noi pervenuto

Il primo secolo di vita dello Studio Generale fu molto travagliato. Alla carenza di fondi si aggiunsero carestie, pestilenze e guerre. Nel 1720, dopo la Guerra di successione spagnola, il Regno di Sardegna passò dagli Asburgo di Spagna alla Casa Savoia: prima a Vittorio Amedeo II e poi a suo figlio Carlo Emanuele III, che gli succedette nel 1730.

In quel momento erano attivi a Cagliari gli insegnamenti di Filosofia fisica e metafisica, Logica, Lingua ebraica, latina e greca, e le classi di Retorica, Humanitatis (Lettere latine) e Grammatica. 

Pochi anni dopo, il re Carlo Emanuele III avviò una serie di riforme, alcune delle quali coinvolsero il sistema di istruzione e le università isolane. Le indagini dell’apposita commissione sull’università cagliaritana partirono nel 1755. Il quadro emerso fu sconcertante: le casse erano vuote, i programmi didattici erano vetusti, il personale accademico era sottodimensionato e, inoltre, la sede era fatiscente. Si stabilì di rifondare l’Università. 

 

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Diploma del re Carlo Emanuele III per la rifondazione della Regia Università degli Studi di Cagliari.

Diploma del re Carlo Emanuele III per la rifondazione della Regia Università degli Studi di Cagliari.

Le Costituzioni del 1764 decretarono la nuova organizzazione dell’Ateneo. Il corso di Filosofia e Arti avrebbe impartito lezioni di Logica e Metafisica, Aritmetica e Geometria nel primo anno; Fisica sperimentale ed Etica nel secondo. Il corso filosofico era di due anni, conclusi i quali si effettuava l’esame di Magistero, che permetteva l’accesso al titolo di Maestro d’Arti Liberali, propedeutico ai successivi gradi accademici.

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Costituzioni di Sua Maestà per l’Università degli Studi di Cagliari

Frontespizio costituzioni di Sua Maestà per l’Università degli Studi di Cagliari (PDF completo su Europeana)

Dal 1836, nel biennio di Filosofia, fu introdotta la Storia naturale; nel 1840-1841 le due cattedre di Matematica furono distinte in Matematica e Geometria naturale e Geometria pratica e Agrimensura. La finalità principale della Facoltà di  Filosofia e Belle Arti era la formazione dei futuri docenti: i nuovi ordinamenti del 1842 stabilirono come materie la Logica e la Metafisica, la Matematica Elementare, la Fisica, l’Etica, l’Agricoltura, la Geodesia, l’Architettura, l’Ornato e il Commercio.

Con il Decreto Boncompagni del 9 ottobre 1848 la Facoltà di Filosofia e Arti fu divisa in due Facoltà distinte: Belle Lettere e Filosofia e Scienze Fisiche e Matematiche. La Legge Casati, nel 1859, confermò la distinzione tra facoltà scientifica e letteraria, attribuendo a quest’ultima il nome di Facoltà di Filosofia e Belle Lettere. Tuttavia, l’insegnamento erogato a Cagliari non era completo e non potevano essere conferiti i gradi accademici. Gli studenti, pertanto, dovevano concludere gli studi all’Università di Torino, presso l’Accademia di Milano o nell’Istituto Universitario di Chambery. 

Non furono aperti concorsi per nuove aggregazioni di professori.

La Facoltà di Filosofia e Belle Lettere aveva il compito di accrescere universalmente la cultura scientifica e letteraria, con un corso della durata di quattro anni e con dodici insegnamenti: Logica e Metafisica, Filosofia morale, Storia della Filosofia, Pedagogia e Antropologia, Filosofia della Storia, Storia antica, Storia moderna e Arte critica, Archeologia, Letteratura greca, Letteratura latina, Letteratura italiana, Grammatica comparata.

Nel 1862, la legge Matteucci ribadì che la Facoltà di Filosofia e Belle Lettere avrebbe dovuto formare gli insegnanti per le Scuole secondarie, promuovendo la cultura letteraria e filosofica, e stabilì il conferimento di due lauree distinte: dottore in Belle Lettere e dottore in Filosofia. La stessa legge, però, aveva imposto due classi di stipendio per i professori universitari, nonché due fasce di finanziamenti statali. Cagliari fu tra gli Atenei inseriti in seconda fascia, con il conseguente impoverimento delle casse e il cambio continuo dei docenti, che preferivano insegnare nelle Università di prima classe. 

Dopo il 1866 cessarono del tutto anche le lezioni per mancanza di studenti e insegnanti e la Facoltà di Filosofia e Belle Lettere dell’Università di Cagliari venne di fatto “disattivata”.

Fu solo nel 1923, con la riforma Gentile, che la Facoltà fu ristabilita come Facoltà di Lettere e Filosofia. Furono chiamati a insegnare, tra gli altri: Cecilia Dentice Di Accadia, Bachisio Raimondo Motzo, Carlo Aru, Antonio Taramelli, Giacomo Tauro,  Raffaele Ciasca e Luigi Castiglioni.

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Foto 1925 (Corpo insegnante)

Foto 1925 (Corpo insegnante)

Nel 1938 fu istituita la Facoltà di Magistero, con i corsi di laurea in Lingue e Letterature straniere, Materie letterarie e Pedagogia. Da questa, nel 1996, furono gemmate la Facoltà di  Scienze della formazione e la Facoltà di Lingue e Letterature straniere.

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La filosofia

La Filosofia, Antonio Berti 1904/1990

Nel 2012, per effetto della legge 240/2010, è nata la Facoltà di Studi Umanistici, con l’obiettivo di coniugare la formazione in tutte le discipline che esprimono la conoscenza dell’uomo, del suo pensiero, della sua attività spirituale e del suo comportamento attraverso i tempi, con la realtà del Territorio, utilizzando strumenti analitici, critici, informatici e digitali.