Honoris Causa

L’Ateneo cagliaritano ha iniziato a conferire le lauree honoris causa a partire dal 1987. La prima laurea honoris causa di ambito humanities è stata conferita dalla Facoltà di Magistero a Ilya Prigogine nel 1990, in Pedagogia, perché «è riuscito a restringere considerevolmente l’abisso che separava la scienza meccanicistica settecentesca dal mondo della vita» nonché «uno di quei rari scienziati che, pur essendo profondi conoscitori e geniali creatori nella propria disciplina specifica, hanno dato contributi di grande interesse sul piano culturale più vasto e generale».

Cinque anni dopo, per il suo contributo agli studi di storia della scienza «attraverso l’elaborazione di una prospettiva generale di analisi dello sviluppo scientifico inteso a rintracciarne gli aspetti di feconda interazione con il più ampio contesto culturale nelle sue articolazioni filosofiche, teologiche, artistiche, economiche e giuridiche», e per la sua  

prospettiva storiografica connotata «nei termini di una antropologia storica della conoscenza scientifica, che considera appunto il percorso del pensiero scientifico nell’alveo del più vasto mutamento degli scenari intellettuali», è Alistair C. Crombie a ricevere la laurea honoris causa in Pedagogia.

Il 1997 è l’anno delle lauree honoris causa di Piero Angela e Luigi Luca Cavalli Sforza, entrambi insigniti del titolo in Scienze dell’educazione.

Il 31 marzo 2000 è la Facoltà di Lingue e letterature straniere a conferire due lauree honoris causa: la prima a Michelle Perrot, che per l’occasione discusse una tesi su Les femmes et la creation; la seconda a Ennio Morricone, che presentò la tesi Scrivere per il cinema: aspetti e problemi di un’attività del nostro tempo

La Facoltà di Scienze della formazione conferisce la laurea honoris causa a Carlo Lorenzo Cazzullo nel 2001 e nel 2003 a Guido Petter

Il 16 aprile 2004 è la Facoltà di Lettere e Filosofia che, per «l’originalità della sua vasta produzione artistica, riconosciuta e apprezzata in Italia e nel mondo»  conferisce una laurea honoris causa in Lettere all’artista Maria Lai.

Maria Lai, Sasso in riva al mare, 1965, inchiostro acquarellato su carta, 69 x 50 cm Collezione d’Arte Contemporanea dell’Università degli Studi di Cagliari, Dipartimento di Lettere, Lingue e Beni Culturali

L’anno dopo, Albino Bernardini riceve la laurea honoris causa in Scienze della Formazione primaria «per i particolari meriti acquisiti nel campo dell’educazione giovanile attraverso la sua azione di insegnante e scrittore». «Prima di ogni altra cosa vorrei salutare tutti i bambini d’Italia, perché sono loro che hanno reso possibile il mio lavoro e di conseguenza questo riconoscimento», queste le parole con cui Albino esordisce la presentazione della sua tesi, intitolata Riflessioni sulla scuola di base. L’evento è raccontato dal film documentario Laurea di un maestro, prodotto dal Circolo del Cinema Laboratorio 28 di Cagliari e depositato alla Società Umanitaria - Cineteca Sarda di Cagliari. 

Sempre nel 2005, ricevono le lauree honoris causa Federico Palomba (in Psicologia) e Harald Weinrich (in Lingue e letterature straniere)

Il 13 novembre 2012 è il momento di Gillo Dorfles: la Facoltà di Studi Umanistici gli conferisce la laurea honoris causa in Lingue moderne per la comunicazione e la cooperazione internazionale «per le ragioni generali della carriera e per lo specifico ruolo svolto dal professor Dorfles nell’Ateneo cagliaritano». Il professor Dorfles discute la tesi  Comunicare e progettare tra ‘fatti e fattoidi’

La laurea honoris causa in Lingue e letterature moderne europeee e americane è stata conferita il 10 maggio 2013 ad Andrea Camilleri, «per l’alto valore della sua opera letteraria che abbraccia generi e ambiti narrativi diversi, elabora originali soluzioni stilistiche e propone contenuti contraddistinti da intensa passione civile. Per l’efficacia di una sperimentazione linguistica che, apparentemente percorrendo le strade di uno spazio circoscritto e locale, sa farsi mezzo comunicativo capace di avvincere lettori in ogni parte d’Italia. Per aver saputo raccontare i casi minimi della storia nazionale, elevandoli al rango di grande narrazione rivolta al vastissimo pubblico che, in Europa come in America e negli altri continenti, legge in traduzione le sue opere. Per averci fatti persuasi che stiamo tutti sulla sponda dello stesso lago e che i problemi della modernità possono essere risolti solo attraverso lo sforzo concorde delle genti»